Nel momento in cui sto scrivendo questo post l’Italia è entrata in quelle che è detta fase 2 da quando è stata dichiarata la pandemia da Covid, questa è la fase della Ripartenza.

Fino a pochi giorni fa eravamo costretti a stare in casa, ad uscire solo per necessità e ad utilizzare il meno possibili i propri mezzi (anche perché non potevamo uscire dal nostro comune).

Per molte persone questo è significato non dover guidare.

Qualcuno penserà, che c’è di strano?

La verità è che oltre il 70% degli automobilisti ha paura a guidare in determinate condizioni, di questi una buona percentuale ha paura a guidare in ogni condizione.

Dato che, come ho più volte detto in articoli passati (qui e qui) e come spesso dico su instagram e come dice più volte il Prof. Giorgio Nardone , la paura, se evitata, diventa un problema più grande della paura stessa.

Molte persone che vivono la paura di guidare come una condanna, come una spada di Damocle che pende sulle loro teste, hanno visto questo blocco totale come una sorta di benedizione, un alibi per non poter guidare e risparmiarsi dosi di ansia e attacchi di panico alla guida.

Ora, con la fase della ripartenza, però, devono riprendere in mano i loro mezzi, spaventosi e temuti, per tornare ad affrontare le strade verso i luoghi di lavoro, verso il mondo esterno.

Le strategie fallimentari

Quali sono le strategie fallimentari che tentano di mettere in atto, pur di non guidare?

La prima tentata soluzione disfunzionale è chiedere AIUTO

Ho conosciuto persone che, pur di non mettersi alla guida, ha creato una rete di supporto enorme, così da trovare sempre un passaggio e un accompagnatore/autista, alcuni non devono più neanche chiedere, l’aiuto arriva, come dal cielo.

Altri lo fanno velatamente, mettendosi alla guida e facendo un sacco di telefonate, così se succede qualcosa arriva il mio salvatore.

Altri ancora sono più spudorati e si fanno portare in giro ovunque, con richieste esplicite.

La seconda tentata soluzione: Alternative varie

Qualcuno evita di fare il tragitto più temuto, come evitare l’autostrada o trovando mezzi alternativi.

Ho conosciuto qualcuno che riusciva ad arrivare all’imbocco dell’autostrada, ma poi cedeva i comandi.

Altri possono andare ovunque in bicicletta, ma non in macchina.

Ma trovare l’alternativa ci conferma sempre la nostra incapacità di guidare, ci conferma quanto siamo sotto il controllo delle nostre paure.

Infine, chi guida, ma con paura

Esiste anche chi, comunque, per necessità, riesce a mettersi alla guida, ma lo fa con uno stato di ansia costante, anche tragitti di pochi chilometri diventano delle agonie infinite, che non porteranno a costruire un buon senso di auto efficacia, ma, al contrario, ci abbatteranno sempre di più, al punto da cercare di fare sempre meno chilometri, pur di finire in fretta questo tormento.

Strategie funzionali

Vediamo qualche piccolo stratagemma per riuscire a superare la paura di guidare

Non cercare Aiuto e rifiutalo quando arriva!

Più cerchi aiuto più ti viene confermata la tua incapacità. Chi ti aiuta ti vuole bene, ma ti sta facendo del male. Non cercare l’aiuto e se dovesse arrivare spontaneo, rifiutalo!

L’unico aiuto che devi cercare è di un professionista!

L’approccio breve strategico ha efficacia del 90% su casi di questo genere, portando la persona da “oddio, non posso guidare, ho paura di perdere il controllo!” a “ormai vado dappertutto, senza neanche ricordarmi di come stavo male prima!” in tempi brevi, di norma entro le 10 sedute.

Paura di perdere il controllo

Di solito il meccanismo dell’ansia e della paura di guidare è dato dalla paura di perdere il controllo del mezzo, dalla paura di morire, perché qualcun altro ha perso il controllo del suo mezzo, alla paura di sentirsi male mentre si è alla guida e provocare delle conseguenze orribili.

Proprio questi pensieri e paure sono quelli che azionano i meccanismi sbagliati che portano ad un peggioramento del proprio problema.

La Terapia Breve Strategica è efficace su questo perché porta la persona a superare i propri limiti, senza però andare a sfidarli, ma a renderli alleati.

Quando ad una paziente ho detto: “non devi andare oltre quello che senti di riuscire ad andare, fermati lì” le si sono illuminati gli occhi, dicendomi “avevo paura che mi dicessi di fare 20 km e non sarei mai riuscita!”

Ci tengo a precisare che ogni indicazione, stratagemma, tecnica e stralci di colloqui non possono sostituire un percorso individuale, perché, come siamo in grado di costruirci delle nostre, uniche, inimitabili, tentate soluzioni disfunzionali, che ci hanno cacciato nel nostro problema, dobbiamo farci aiutare a trovare delle strategie e delle tecniche, uniche e sartoriali, cucite su misura del nostro problema.

Se hai paura di guidare e vuoi riprendere in mano la macchina e iniziare a macinare chilometri di strada, puoi farlo! Questa fase della Ripartenza è il momento giusto!