Molto spesso mi capita che qualcuno mi faccia questa domanda “Ansia: come gestirla?”

La seconda domanda, di solito, è: Che differenza c’è tra ansia e paura?

Quando cerco di rispondere che l’ansia è una risposta allo stimolo della paura, che è una sensazione di base, vengo guardato un po’ storto. Negli anni ho capito che dovevo cambiare un po’ la mia risposta.

La differenza tra ansia e paura è dentro il nostro cervello.

Il nostro cervello quando percepisce un pericolo, cioè prima che lo si possa riconoscere con l’occhio (organo di senso) l’immagine è già stata elaborata in una frazione di millesimo secondo e ha già innescato una serie di risposte comportamentali che servono alla nostra sopravvivenza.

Immaginate di essere per strada, state attraversando, ma una macchina lanciata a folle velocità sta correndo verso di voi, prima che possiate riconoscere la macchina nella sua folle corsa, avete già fatto un balzo indietro, portandovi lontano dalla situazione di pericolo.

Chi vive un’esperienza simile, di solito, poi, si guarda intorno, ancora incerto su cosa sia successo.

Il nostro cervello ci ha salvato la vita, elaborando il più velocemente possibile la situazione, facendo scattare il segnale di pericolo, una attivazione ansiosa e una risposta immediata.

Se ci avessimo pensato un po’ su saremmo morti, spiaccicati sul parabrezza, come un moscerino.

Quindi la sensazione alla base è la paura, che fa scattare l’ansia e innesca una risposta per salvarci la vita.

Ma molto spesso questo meccanismo è difettoso, tanto, al punto da portare il nostro cervello a percepire dei pericoli un po’ ovunque e facendo in modo che lo stato di ansietà sia sempre innescato.

Una costante e persistente attivazione ansiosa porta poi a continuare a cercare quali sono i segnali di pericolo che ci stanno facendo sudare, battere forte il cuore, avere un groppo in gola e lo stomaco chiuso.

Normalmente, davanti al pericolo il nostro cervello ci porta a reagire in due modi: scappare e attaccare (gli americani lo chiamano flight or fight).

Una sensazione prolungata di minaccia viene chiamata ansia, che di per sé è una cosa buona, ma, se inceppata nel meccanismo, diventa patologica e invalidante.

Rimedi giusti e Rimedi sbagliati

Quando l’ansia è patologica chi ne soffre è portato a trovare, e a provare, ogni rimedio possibile, per riuscire a liberarsene o, quantomeno, gestirla.

Alcuni rimedi sono utili, altri danno un sollievo nel breve periodo ma complicano ancora di più il problema.

Supporto psicologico per gestire l’ansia

Un rimedio utile è quello di chiedere aiuto a professionisti del campo della psicologia, che avendo studiato proprio come funziona il meccanismo, soprattutto quello inceppato, dell’ansia possono aiutare meglio.

Farmaci?

Un tentativo inefficace, invece, è quello di chiedere un supporto farmacologico, con l’idea sbagliata che possa essere risolutivo in tempi brevi.

Un farmaco agisce nel bloccare le reazioni, non le percezioni; ciò significa, usando le parole del professor Nardone (https://www.centroditerapiastrategica.com/paura-ansia-panico/): che se interveniamo per eliminare l’ansia, non elimineremo la paura che innesca l’ansia.

È come ingessare qualcuno e sottoporlo poi a stimoli minacciosi; non potrà reagire, ma proverà paura.

Giorgio Nardone, La paura delle indecisioni (2014)

Tecniche di rilassamento

Possiamo imparare tecniche di rilassamento, ma non possono essere efficaci nel momento in cui noi viviamo costantemente in ansia, perché dovremmo costantemente applicarle e, alla lunga, perderebbero in efficacia.

L’approccio Breve e Strategico

Nel corso degli studi sul campo, su oltre 40000 casi, presso il Centro di Terapia Strategica , si sono creati dei protocolli di intervento, proprio per la gestione dell’ansia, dimostrando un’efficacia positiva su oltre il 96% dei casi trattati.

Nel giro di pochi mesi si è visto una completa e totale superamento del problema.

Come puoi iniziare a gestire l’ansia da solo?

La prima cosa da fare è di interrompere alcune strategie fallimentari, le tentate soluzioni.

Una tentata soluzione classica e tipica per chi vive questo disturbo è data dall’evitamento di tutte quelle situazioni che mi attivano l’ansia.

La paura guardata in faccia si trasforma in coraggio, la paura evitata diventa timor panico.

Antica iscrizione Sumera

Per interrompere questa strategia fallimentare è necessario EVITARE DI EVITARE.

Come puoi farlo?

Nei prossimi giorni cerca di capire quali sono le cose che eviti maggiormente e scrivile su un taccuino, poi inizia ad affrontarle poco alla volta.

Bibliografia

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