Disturbo d’ansia generalizzata (DSM-5)

Criteri diagnostici:

  • Ansia e preoccupazioni eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative a una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche).
  • L’individuo ha difficoltà nel controllare la preoccupazione.
  • L’ansia e la preoccupazione sono associate a tre (o più) dei sei seguenti sintomi (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi).
  • L’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

Cosa c’è di diverso da chi soffre di paure specifiche e attacchi di panico?

Chi soffre di ansia generalizzata non ha delle situazioni che portano allo stato di allerta, come per chi soffre di attacchi di panico, che, come dice il nome stesso, vive degli attacchi in momenti casuali della giornata.

(come avevamo visto qui: https://carlomassarutto.it/2020/05/20/paura-di-guidare/)

Chi soffre di ansia generalizzata è come se fosse in un costante stato di allerta, dove ogni segnale percepito è come se fosse un ulteriore segnale di allarme che fa aumentare l’ansia.

Chi soffre di ansia generalizzata è come se avesse un rubinetto dell’ansia dentro di sé in costante perdita, che può passare da poche gocce a inondazione in pochi istanti, ma non proverà mai la felicità di vivere neanche un solo minuto senza ansia.

Le cause

Chi soffre di ansia generalizzata ha una particolare sensibilità per tutti quei problemi che tengono svegli la notte: Problemi lavorativi, rapporti con i colleghi, problemi economici, problemi famigliari, ecc.

Ogni problema è visto e vissuto in modo molto più catastrofico di quanto sia nella realtà dei fatti, ma a nulla servono le rassicurazioni e i ragionamenti logici: sono problemi che non fanno dormire.

Le strategie fallimentari

Le tipiche tentate soluzioni disfunzionali di chi soffre di questo disturbo sono:

  • Distrarsi: cercare di portare l’attenzione altrove potrebbe essere utile, ma solo momentaneamente; come lo struzzo nasconde la testa sotto la sabbia quando vede arrivare il leone, ma quando la tira fuori il leone è più vicino, più grande e più minaccioso di prima. Allo stesso modo distrarsi rende poi l’ansia sempre più ingestibile.
  • Evitamento: evitare situazioni che possono essere fonte di ansia, anche leggere e ascoltare le notizie. Ogni volta che evitiamo mettiamo una nuova serratura alla nostra gabbia.
  • Rassicurazioni: chiedere rassicurazioni e aiuto ci riportano il fatto che da soli non siamo in grado.
  • Controllare i propri pensieri e le proprie reazioni: più cerchiamo il controllo, più perdiamo il controllo.

Tutte queste tentate soluzioni riportano sempre più in fondo al circolo vizioso dell’ansia, fino al punto di far chiudere la persona in una prigione da cui non riesce ad uscire, perché troppo deboli e vulnerabili.

La terapia Breve Strategica

Negli anni la terapia strategica ha dimostrato essere quella con le evidenze migliori per combattere questo disturbo.

La terapia strategica si basa non solo sulla tecnica, ma anche su particolari comunicazioni che aiutano la persona a scoprire nuovi modi per ricostruire la propria indipendenza e autonomia lontano dall’ansia.

Come è ben spiegato dal Centro di Terapia Strategica

In un numero contenuto di sedute si può ribaltare il problema e iniziare e costruire un nuovo sistema funzionale.