Da due giorni siamo entrati nella Fase 2. La domanda che molti si stanno facendo: Fase 2: chi sopravvive al covid-19?
Sarebbe più corretto formulare la domanda in questo così: “Fase 2: chi sopravvive emotivamente al covid-19?
Un articolo scientifico apparso su Lancet a inizio Marzo, riportava una ricerca molto interessante sugli effetti psicologici della quarantena, cioè in che modo noi reagiamo psicologicamente alla quarantena.
L’articolo è consultabile qui: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30460-8/fulltext
Se, invece preferite un sunto e uno stralcio, su Repubblica era stato riportato in modo meno scientifico, si consultare qui https://bit.ly/2L6oRju.
Fase 1 e Fase 2
In sostanza quello che emerge è che siamo passati da una situazione di reclusione, con una serie di aspetti emotivi e psicologici ad alto impatto, come la paura, l’angoscia, l’ansia, la preoccupazione elevata, della fase 1, a quello che invece stiamo vivendo nella fase 2: paura dell’altro, paura di un nemico invisibile, ansia, paura di malattie, la preoccupazione di dover tornare a frequentare luoghi pubblici, tornare al lavoro e a convivere in modo attivo con una pandemia ancora in corso.
In pratica la fase 2 è caratterizzata dalle riaperture e un tentativo di tornare alla normalità, ma con la paura costante che la normalità non sia ancora vicina e che il nemico è ancora alle porte.
Fase 2: chi sopravviverà?
Nelle scorse settimane ho fatto qualche domanda ad un gruppo di persone, la cosa interessante che è emersa è il fatto che non tutti provano le stesse emozioni, ma molto spesso provano emozioni opposte: chi è speranzoso e chi è spaventato.
Nel cercare di capire come mai questa disparità e non una sensazione unica comune mi sono reso conto di un fattore interessante: la forma maentis, mentalità o mindset.
Facciamo un passo indietro: qualche anno fa una psicologa di nome Carol Dwek scrive un libro interessante, frutto di svariati anni di ricerche: Mindest – Cambiare forma mentis per raggiungere il successo.
Tralasciando il titolo che serve ad attirare molta gente, il libro è un resoconto su come le persone con un mindset differente reagiscono in modo differente alle stesse sollecitazioni.
La Dweck riporta due mentalità diverse: una di crescita, dinamica, e una statica.
Le persone con una mentalità statica sono quelle che accettano le cose che avvengono nella loro vita come un destino, mentre chi ha un mindset dinamico ha la tendenza a costruirsi il proprio destino.
Nel caso della nostra pandemia sono convinto che sopravviverà chi è riuscito a costruirsi una forma maentis dinamica, che lo porta a vivere le situazioni da protagonista attivo, non da spettatore passivo.
La Buona notizia è che se ti ritrovi tra quelli con un mindset statico puoi iniziare ad allenarlo e passare tra i dinamici!
Come costruire un mindset dinamico
Certo che siete degli Statici starete dicendo: è impossibile cambiare, ma la verità è che tutti siamo un po’ statici. Ecco quattro passi per costruire un mindset dinamico:
- Accettare la propria staticità come parte di noi!
- Iniziare a capire quali sono quelle situazioni che ci portano ad essere statici e iniziare a cambiare le più piccole cose.
- Iniziate a prendere le distanze dal vostro essere statico, fatevi questa domanda: Se io fossi un dinamico cosa farei di diverso? poi iniziate comportarvi COME SE lo foste per davvero!
- Accettate le sfide che vi si presentano, vivete come se il vostro futuro è ancora da costruire, così come la vostra realtà!
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