Cos’è l’ansia e l’ansia da coronavirus?

Cos’è invece l’angoscia?

Definizioni

Iniziamo con il dire che cosa sia l’ansia, più in generale, conoscendo meglio come si manifesta.

Se cercassimo ANSIA su google, cosa che fanno tutti, almeno per capire di cosa si parla troviamo mille risultati, mille definizioni simili, alcune più precise di altre, ma tutti si cade poi su Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Ansia, dove troviamo la definizione di Ansia come uno stato psichico di un individuo, caratterizzato da sensazione di Paura o di Preoccupazione, come risposta ad uno stimolo minaccioso percepito nell’ambiente.

Questa definizione si avvicina molto a quello che sostengo anche io, supportato da studi e ricerche.

L’ansia è la manifestazione palpabile dell’emozione primaria che tutti noi conosciamo come Paura.

Quando percepiamo una minaccia, un pericolo o qualcosa che ci potrebbe mettere in difficoltà, il nostro cervello è allenato a riconoscere lo stimolo minaccioso, in frazioni di secondo, capire se poi è davvero minaccioso, elaborare l’informazione e fornire una risposta comportamentale, cioè un’azione, quella più coerente possibile.

Cosa succede se lo stimolo minaccioso è riconosciuto come una vera minaccia? Il nostro cervello elabora una risposta avendo una due sole scelte: attacco e fuga.

Quindi davanti ad un pericolo, o a qualcosa che percepiamo come tale, ci sentiamo in ansia e cerchiamo di elaborare il nostro attacco o la nostra fuga.

Come possono andare le cose in tempi di coronavirus? Può succedere che sviluppiamo una paura generalizzata che ci terrorizza, come ho scritto in questo articolo: Questa Paura Terrorizza

Può anche succedere di sviluppare una particolare fobia per una malattia o una paura di ammalarsi, come raccontavo in questo altro articolo: Ipocondria ai tempi del coronoavirus.

La storia di Maurizio

Vorrei però raccontarvi di un messaggio che mi è arrivato da Maurizio qualche giorno fa.

Maurizio è un imprenditore che mi segue sui social, quando ho chiesto a chi mi segue su instagram come stanno vivendo questo momento lui mi ha risposto così:

M: Ho 55 anni e ho sempre lavorato per costruire ho iniziato come operaio in fabbrica poi ho fatto l’amministratore di condominio e dopo essermi appassionato di yoga e shiatsu ho una guesthouse a Genova. Ora sono fermo e questo stop mi ha fatto conoscere te e un mondo sui social che non conoscevo. Grazie per la tua risposta in privato. Maurizio

C: In questi giorni mi scrivi e vedo che c’è del tormento in te. Che è un po’ di angoscia probabilmente.

M: Vedi 17 anni fa mi sono rotto una gamba e sapevo che ci volevano dei mesi per tornare operativo ma ora non si sa cosa succede anche perché noi a Genova abbiamo già avuto il disastro del ponte Morandi che a messo in ginocchio la città con la chiusura di molte attività e ho il presentimento che altre attività chiuderanno. Anche se io potrò rialzarmi ma vivere in una città con una brutta energia non è bello le persone sono giù di morale e influenzano anche me. Mi auguro che ti possa servire la mia testimonianza per approfondire tematiche di altre realtà diverse da dove vivi

Maurizio ha centrato il punto!

Angoscia

L’ansia la provi se vedi il nemico, lo riconosci, sai che c’è, ma se il nemico non c’é? se non se ne vede la fine? Quella che cosa è?

Quella è ANGOSCIA, che è un filo più stron.. subdola, perché entra in campo quando non possiamo trovare nulla sui cui appoggiarsi, quando non riusciamo a riconoscere il nostro nemico, quando tutto sembra sempre andare per il verso sbagliato e ha l’aria di continuare a peggiorare.

In questi giorni molti stanno vivendo questa sensazione, che chiamaiamo Ansia da Coronavirus, da lockdown, da quarantena, senza riuscire a combatterla, ma che è il preludio di una depressione.

Quando vediamo qualcuno, un nostro amico, parente, fidanzato, CONGIUNTO (che va tanto di moda in questi giorni) in questa situazione siamo tentati di dire: dai tirati su, non è così male! o tutte le altre forme di tentate rassicurazioni che fanno piombare sempre di più nell’angoscia. Questo va smesso!

Chi è angosciato si sente condannato, attende che qualcosa succeda, come una venuta di una salvezza, senza però attivarci, si sente senza possibilità di appello, quindi per aiutarci a uscire da questa situazione è bene iniziare a interrompere l’ascolto massiccio di notizie catastrofiche, che contribuiscono a ributtarci nello stato di angoscia.

Altra tentata soluzione da interrompere è il parlare continuamente di questa situazione, di cercare conferme, che alla fine non si trovano e alimentano l’incertezza, cioè la benzina per il fuoco dell’angoscia.

Per approfondire il concetto di angoscia ti invito a leggere questo stralcio tratto dal libro “La paura delle decisioni” del prof. Giorgio Nardone: Angoscia e Crisi Depressive

Se senti che stai vivendo in uno stato di angoscia, di condanna, ti invito a parlarne, puoi scrivermi per fissare un appuntamento.

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Bibliografia