Tre spunti per riuscire ad imparare dai propri sbagli e due grandi distinzioni

Per riuscire bene in una qualsiasi cosa si voglia riuscire bisogna progettarla bene, preparare la strada, definire gli obiettivi, i sotto-obiettivi, i micro-obiettivi, il percorso logico che ci deve portare fino al successo.

Bisogna definire anche le fasi del nostro percorso secondo due grandi accezioni: Innovazione ed Esecuzione.

Nella fase di innovazione ci troviamo quando ci stiamo approcciando per la prima volta ad un nuovo obiettivo, ad una novità, sia perché effettivamente nuova, sia perché abbiamo interrotto da qualche tempo.

Come quando si prepara una gara, sia che si sia atleti esperti di quella disciplina, sia che si sia alla prima esperienza, per poterla sostenere è necessario allenarsi. L’allenamento non è solo una questione di preparazione fisica, ma è anche questione mentale, soprattutto mentale. In questa fase è molto utile sbagliare, proprio in questa fase sbagliando si impara, ma nella fase successiva, quella dell’esecuzione, non è più possibile fare errori, quello è fallimento.

L’errore può essere quindi una fase del successo o del fallimento? Sì.

L’errore può diventare un enorme potenziale che porta al successo, come abbiamo visto, solo se ci mettessimo nella condizione di innovarci, quindi come riconosciamo questa condizione.

Ecco 3 spunti che spero possano essere utili per avere successo sbagliando:

  • Il mio Obiettivo al Primo Posto

Se l’obiettivo è passare un esame, vincere una gara, migliorare la propria prestazione, aumentare il fatturato, ecc, bisogna sempre tenerlo a mente, dandosi una DEADLINE ben chiara. Con il calendario in mano bisogna pianificare la scadenza, la data della prestazione, ma bisogna anche pianificare le date delle prove: una serie di test per verificare se la preparazione è corretta, in vista dell’obiettivo da raggiungere, oppure se bisogna ancora lavorarci su. Provare a sostenere una simulazione di gara, prima della gara, significa dirci: Possiamo sbagliare, lo stiamo facendo proprio per questo!

  • La Prestazione, Buoni e Cattivi

Verificare e analizzare la prestazione in termini di buona riuscita o no è utile fino ad un certo punto, ma non serve a migliorare, per questo serve essere molto più specifici, più tecnici, più onesti. Ogni passaggio va analizzato al microscopio, in modo da far uscire ogni pecca, giudicare l’errore, non sé stessi!

Se avessi commesso un errore nella simulazione sarebbe un obiettivo raggiunto, quello che volevo ottenere, non serve giudicarsi come falliti, non aiuta a migliorare, ma giudicare che tipo di errore è stato è utile, analizzarlo per vedere cosa mi ha portato a quell’errore farà in modo che non succeda più nella fase di gara, riconoscere i Buoni dai Cattivi, li aiuta a trasformarli in buoni!

  • Innovazione o Esecuzione

Come si fa a riconoscere in quale fasi siamo? Lo decidiamo noi, ma serve onestà, non possiamo usare sempre la scusa del “sto imparando” ogni volta che falliamo, altrimenti non impariamo nulla! Errare è umano, perseverare è diabolico! 

Riconoscere di essere in fase di innovazione è necessario per avere successo, ma se fossimo stati troppo generosi con l’idea della nostra preparazione, se ci fossimo definiti pronti troppo presto, in quale fase saremmo? Per riuscire a riconoscere in quale fase siamo dobbiamo ripartire dall’errore: è la prima volta che lo compio? Non era mai avvenuta una situazione così? Non potevo preventivarlo! Questi sono i sintomi dell’innovazione, quindi tutto bene! Siamo ancora in fase di preparazione.

Ma se, invece, si reiterasse lo stesso errore, continuamente, allora si dovrebbe rifare tutto il lavoro, questo sarebbe un fallimento, da cui posso trarre l’insegnamento di lavorare meglio sugli errori in preparazione.