Ultimamente in tanti mi chiedono come affrontare un colloquio di lavoro.

Vorrei dare qualche indicazione di massima, che aiuti ad entrare nel giusto mood per il colloquio, uscendo da tutte quelle logiche cariche di ansie da prestazione.

Il colloquio non è un esame universitario! 

Il colloquio è sicuramente un momento formale e carico di significati ed etichetta, ma non possiamo pensare che sia come un esame universitario. Possiamo vederlo come un rito di passaggio, piuttosto, quindi che abbia delle tradizioni da rispettare, che traghetta la persona in un cambiamento della propria vita: dal mondo della scuola a quello del lavoro, da essere a carico di qualcuno ad essere un membro attivo e “tasse-pagante” di questa società, ma non è una verifica delle cose che sapete.

Non arrivate, quindi, al colloquio con una lezione imparata: “tra 5 anni vorrei essere in una posizione apicale di una grossa società“, “i miei 3 pregi sono sicuramente la puntualità, la sincerità e la voglia di fare, mentre i miei 3 difetti sono la puntualità, la sincerità e la voglia di fare“, che appena qualcosa esce dal vostro schema mentale mi andate in crisi, anche con la domanda più semplice: “dove andrai in vacanza quest’estate?”.

Ma se proprio lo volete vivere come un esame universitario, almeno siate più furbi, costruitevi un discorso migliore non la lezioncina e sappiate concentrarvi sui vostri punti di forza. 

https://youtu.be/dbPyHXum2xs

 

La vision

Capita spesso che si inviano candidature, rispondendo ad annunci o alla famosa sezione “lavora con noi”, ma una volta davanti al selezionatore alla domanda “Conosci la nostra realtà?” ci sono delle risposte che sembrano più delle candid camera.

Quindi per evitare di fare brutte figure è bene fare una piccola ricerca sull’organizzazione per cui ci si sta candidando, capire quali sono i valori di quell’azienda, capire come sono le politiche interne di gestione del personale, quali sono i temi sociali che quell’azienda sostiene, insomma, come direbbe Sun Tzu ne “l’arte della guerra”, CONOSCI IL TUO NEMICO: cerca di conoscere tutto di quella realtà, magari cerca qualcuno che conosci e che lavora o ha lavorato in quel posto, cerca di capire quali sono i pro e i contro, non solo sotto l’aspetto economico o logistico.

Una cosa che tutte le aziende mettono in bella vista è la loro mission e subito sotto la loro visione.

Ad esempio, prendiamo il caso di Apple

La sua mission: “Apple si impegna a fornire la migliore esperienza informatica a studenti, educatori, progettisti, scienziati, ingegneri, imprenditori e consumatori in più di 140 Paesi in tutto il mondo”.

La sua vision: “Il mio sogno è che ci sia un computer in ogni casa”.

Ora immaginiamo di voler andare a lavorare per Apple, se io pensassi che fare in modo che ogni individuo possa avere un device fosse una cosa futile, inutile e solo incline al consumismo più becero, allora avrei vita dura a lavorare in Apple, perché dovrei vendere “abbestia” a chiunque un carino e carissimo device apple.

Questo cosa significa? Che se vuoi la pace nel mondo non andare a lavorare per una fabbrica d’armi. In sostanza: se la tua mission e la tua vision sono diametralmente opposte a quella dell’azienda per cui vi state candidando durereste molto poco, sareste costantemente vittime di un conflitto interno vostro.

In sintesi: INFORMATEVI SU VISION E MISSION, FATE IN MODO CHE SIANO IL PIù POSSIBILE IN LINEA CON LE VOSTRE.

Curriculum e lettera di motivazione

L’errore che facciamo tutti, me compreso, è quello di aggiornare il curriculum con le ultime esperienze, punto.

La verità è  che una volta che abbiamo compilato il nostro cv, curriculum vitae, poi lo spargiamo in giro per il mondo come tanti piccoli semini nella speranza che sbocci qualcosa. Questa strategia non paga. Quello che stiamo facendo, in realtà, è affidarci alla legge dei grandi numeri (quando studiavo ingegneria era la mia legge preferita, n.d.a.), cioè buttiamo nel mucchio a casaccio (variabili indipendenti) qualcosa becco (media campionaria). NON FUNZIONA! Non funziona perché devi avere l’incastro perfetto con l’azienda che sta cercando proprio una risorsa con le tue caratteristiche, almeno quelle che hai scritto nel curriculum.

Allora cosa sarebbe bene usare come strategia? CREARE UN CV AD HOC.

Creare un curriculum con un taglio sartoriale sull’azienda a cui vogliamo mandarlo ci complica un po’ la vita, come recita un vecchio stratagemma: PARTIRE DOPO PER ARRIVARE PRIMA.

L’idea di base è di creare un cv, non inventarlo, mettendo maggiormente in risalto le caratteristiche che possono essere utili per quella mansione: se vi state candidando per la posizione di barista, inserendo nel cv tutte le vostre cose fighe, come pubblicazioni scientifiche o giuridiche, forse non vi state facendo un grosso favore, ma conta molto di più l’esperienza stagionale, per qualche stagione, al ciringuito sulla spiaggia che vostro cugino aveva preso in gestione.

Lettera Motivazionale

Lo stesso discorso del cv vale per la lettera di presentazione, o motivazionale, deve essere indicata a quella azienda, meglio ancora se conoscete il nome della persona che seleziona. Voi leggereste una lettera indirizzata al vostro vicino? e le lettere commerciali che vi arrivano le leggete o le infilate nel cestino senza neanche aprirle?

Immaginate di essere dall’altra parte: QUALI LETTERE LEGGERESTE? 

Ma soprattutto la lettera SCRIVETELA!

Riassumendo:

  1. il colloquio di lavoro non è un esame. voi siete quello che siete, fatevi conoscere per i vostri punti di forza
  2. Cercate aziende che abbiamo la vostra visone
  3. Curriculum vitae (che è latino, quindi leggiamolo come è scritto, se volete inglesizzarlo chiamatelo RESUME) che sia ad hoc per quella azienda
  4. Lettera di presentazione: scriverla e indirizzarla alle persone dell’azienda, non una precompilata.

 

Sono disponibile a vedere e commentare i vostri cv. Per info scrivimi: carlo.massarutto@gmail.com

 

Ciao!

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